venerdì 28 ottobre 2011

UN GIORNO PER CASO - 15

Tentai di spiegare nel migliore dei modi a Bètta e Francesco come si erano svolti i fatti: come Robert ed io ci eravamo incontrati e come lui mi aveva cercata ed invitata a trascorrere un pomeriggio con lui. Confessai tutte le bugie che avevo dovuto dire con grande stupore dei miei confidenti.
Dopo aver visto con i miei occhi la folla scalpitante che si era accalcata fuori dalla libreria in attesa di lui, raccontai loro di essermi resa conto di quanto possa essere difficile vivere una vita, o perlomeno dei giorni normali, tranquilli..per un attore di fama mondiale come Robert. Anche se lo avevo aiutato ed avevo trovato il coraggio di far fronte a quella strana situazione, anch’io ne ero rimasta colpita ed intimorita. Non si può mai sapere come si evolvono questi casi, se una di loro lo avesse riconosciuto sotto quel rudimentale travestimento…cosa sarebbe successo? Ci avrebbero travolti..o meglio, avrebbero travolto me e poi assaltato il povero Robert che voleva solo comprare un libro. Deve essere difficilissimo non sapere mai se puoi uscire oppure o no, doversi vestire sempre in modo che gli altri non ti possano riconoscere, non poter essere liberi di camminare tranquillamente nella propria città.
Sentirlo sempre così nervoso, distante, distratto era stato penoso per me per due motivi: uno perché, da donna innamorata, avrei voluto proteggerlo da tutto ciò come uno scudo vichingo; due perché anch’io facevo od avevo fatto parte di quelle fans, anche se non fisicamente, ma anch’io come tante avevo la mia parte su Facebook, sul web: anch’io ero un’ ossessionata, a modo mio, ma lo ero. Dopo averlo conosciuto e dopo, soprattutto, aver captato tra i suoi discorsi, il fastidio che lui provava per tutta questa esagerata attenzione da parte del pubblico femminile…quasi mi vergognavo di far parte di quel pubblico ed avevo una paura matta che in qualche modo lui lo scoprisse e ne rimanesse profondamente deluso.
Non mi ero mai fermata a riflettere, certo non avevo mai provato a mettermi nei suoi panni: continuavo a confidarmi e ad esternare i miei sentimenti ai miei amici come un fiume in piena.
Come si doveva sentire una persona ad essere inseguita di continuo da donne in eplosione ormonale che vogliono toccarti, abbracciarti, spettinare i tuoi capelli, baciarti…e anche da fotografi che scattano foto anche mentre esci di casa, che si appostano vicino alla tua auto, ti inseguono nonostante tu vada solo a comprarti un panino e ti infastidiscono in continuazione per un tuo sguardo, un tuo sorriso, una tua semplice, banale espressione.  Aprire il web, provare a digitare il tuo nome, e trovare migliaia di foto montate con la tua faccia e corpi di altri uomini che baciano altre donne ed addirittura alcune del tutto pornografiche. Gente che si spaccia per te, che è maniacalmente ossessionata….c’è da non sapere più chi si è veramente.
Senza considerare il fatto che tutto ciò sembra quasi oscurato dal suo modo di comportarsi sempre gentile, sempre controllato ed umile: non manca mai sul suo viso un sorriso, sempre disponibile con le fans…certo è il suo lavoro, ma penso che tutto questo metta veramente a dura prova la vita di una persona.
Stavo dicendo tutto ciò quando Bètta mi interruppe: - Sembra tutto così dorato questo mondo ai nostri occhi, che non ci fermiamo a pensare che la fama ed i soldi hanno pure un rovescio della medaglia che non è affatto facile da gestire e piacevole….ma dai, dopo tutti questi discorsi filosofici e giustissimi….dimmi un po’…com’è lui? E’ così bello come dici sempre?-
-Per carità, risparmiatemi questi discorsi, ok vado a farmi un giro e ritornerò tra un paio d’ore..sono già abbastanza scioccato..- si intromise Francesco temendo di essere di troppo in una conversazione che si faceva molto al femminile.
- Resta seduto dove sei!- gli intimammo insieme Bètta ed io…anzi Bètta fu molto più convincente con una bella gomitata nel fianco
-Non te ne andare ti prego Franci, ero venuta da te proprio per avere un parere maschile, ti prego ho bisogno di sapere se mi trovo in un mondo reale oppure, non so, siamo forse sull’isola di Lost con le sembianze dell’Inghilterra e questo è il Purgatorio perché a me sinceramente mi pare il Paradiso…stanno succedendo cose assurde…Incontro Robert Pattinson così, come si può incontrare un vecchio amico di scuola…Giovanni che dopo vent’anni di letargo e di indifferenza sembra parlarmi e comportarsi come se non fosse passato nemmeno un giorno da quel luglio…proprio adesso, perché? Ditemi se siamo in un mondo normale o sono dentro ad una specie di gioco virtuale? Sono il personaggio di un videogioco? Vi prego aiutatemi…non so più cosa pensare…- ero disperata, mille interrogativi si ammassavano nella mia testa senza una risposta decente.
Francesco si avvicinò a me sedendosi accanto, mi accarezzò la testa ed senza preavviso mi tirò i capelli.
-Che cazzo fai, non mi tirare i capelli che lo sai m’incazzo come una iena, ti pare il momento di scherzare?- esplosi cercando di afferrare invano il suo polso.
-Vedi? Sei sempre la solita…in quale mondo strano vuoi che siamo? Hai avuto questa fortuna..prendine atto e cerca di viverla più che puoi, ti dico solo però di stare attenta…il mondo in cui vive il tuo Bobby è un mondo bello ma pieno di cattiverie e meschinità…è possibile che tu non lo veda e non lo possa sentire più da un momento all’altro magari per un capriccio o perché aveva un appuntamento al quale non poteva mancare o anche per una sciocchezza qualsiasi, non voglio che tu ci rimanga male…- Francesco mi stava parlando con molta calma e Bètta continuò
-Franci ha ragione Eva, cerca di vivere quest’esperienza fino a che puoi ma senza aspettarti nulla, assolutamente niente anzi, preparati a leccarti qualche ferita. Certo però, è un bel guaio per il povero Gianni…hai voluto questo viaggio quando hai saputo che si era lasciato ed era tornato libero per darti un’altra possibilità di conquistarlo e mi sembra che tu sia a buon punto…lui è come tornato indietro nel tempo con il senno di poi…come farai adesso??!! –
-Non ne ho la minima idea, i sentimenti che provo per Robert hanno spazzato via tutto peggio dell’uragano Katrina..non lo so, non lo so proprio come potrò affrontare questa situazione…, domani ha detto che vuole portarmi al mare, io mi sento già male…- risposi pensierosa – sai Bètta com’è lui? E’ magico, non lo so, lì ci ha messo le mani la Madonna quando è nato…c’è per forza il tocco di una donna nel suo essere….credo che se Dio si occupa dei concepimenti e la Madonna delle nascite, quel giorno in cui Robert è stato concepito Dio si è dovuto assentare un attimo ed ha chiesto alla Madonna di sostituirlo e così lei ha fatto del suo meglio, come facciamo sempre noi donne, del resto..ed è venuto fuori questa meraviglia…- parlavo con aria sognante e sentti Francesco borbottare:- Elisabetta puoi chiudere anche la bocca adesso grazie!!! La possiamo finire con questi discorsi schifosamente mielosi per favore? Tra l’altro il miele mi fa proprio vomitare a me…- camminava irritato avanti ed indietro nella stanza. Sorrisi colpevole e di nascosto a Bètta che ricambiò la mia complicità facendogli da dietro degli strani versi.
Decisi che l’ora di andare e mi apprestai a salutare i miei amici ringraziandoli della loro disponibilità e raccomandandomi di non dire nulla a nessuno, per la sicurezza di Robert e del resto anche mia in quei giorni: ma sapevo di poter contare sia sul loro aiuto che sulla loro discrezione.
Li abbracciai e mi diressi lentamente, come svuotata da un macigno, verso la mia camera…Bètta di sicuro non sarebbe rientrata fino alla mattina ed io avrei avuto tutto il tempo e la tranquillità necessari per riprendere il controllo dei miei sensi, di me stessa.
Ma tutti i miei buoni propositi svanirono quando vidi Giovanni aspettarmi fuori della stanza appoggiato alla porta. Mi venne un magone, non sapevo cosa fare, ma ormai mi aveva vista: una volta doveva succedere.
-Hey, !- mi salutò
-Ciao Gio, che fai qui?- domandai imbarazzata
-Volevo chiederti se ti andava di mangiare qualcosa insieme, non riuscivo a trovarti prima-
Inspirai profondamente:- Ok, sì, dammi un attimo arrivo…però senza fare tardi ok?-
-Promesso, ti aspetto di sotto, a tra poco!- mi baciò la guancia e se ne andò.
Mi toccai lì dove mi aveva baciata, ero angosciata da morire, il mio cervello stava facendo a botte con il mio cuore ed io mi sentivo a pezzi. Mentre mi davo una sistemata veloce decisi che sarebbe stato meglio affrontare attimo per attimo ed improvvisare lì per lì altrimenti mi sarei fatta prendere dall’ansia e non volevo assolutamente: quando mi sentivo troppo nervosa non ero padrona delle mie facoltà mentali ed avrei finito per fare pasticci!
Scesi nella hall, Giovanni mi aspettava sul divano
-Allora giovanotto, dove si va?- esordii
-Ohi, sei stata veloce brava, dài, andiamo a Covent Garden…sarà bello mangiare lì!- mi fece l’occhiolino
Mi sentii morire un’altra volta…era uno dei posti di Londra che consideravo più romantici e lui se lo ricordava benissimo…ma perché???!!!
-Ok…vedo che hai buona memoria dopo tutti questi anni…ti è tornata tutta insieme- ribattei sarcastica.
Lui con fare colpevole allargò le braccia e mi prese per mano…restia e combattuta lasciai che lo facesse, sotto gli occhi e le orecchie curiose di Allison alla quale rivolsi un mezzo sorriso, di sicuro capiva qualcosa d’italiano: chissà che cosa avrebbe pensato di me, ma del resto che ne sapeva lei dei miei sentimenti, Bobby era solo un amico agli occhi di tutti, niente più…solo Francesco e  Bètta sapevano la verità.
Salimmo sulla metropolitana affollatissima come sempre, lui si comportò come se non fosse passato nemmeno un giorno da quella vacanza, vide un posto e si sedette, mi tirò per la mano e mi fece sedere sulle sue ginocchia abbracciandomi, con naturalezza, come sempre aveva fatto.
Mi voltai e lo guardai, aveva lo sguardo innocente, non pensava di far nulla di male o non gradito da parte mia: ma io ero cambiata, qualcosa era stato rotto e mentre mi teneva in braccio non mi rendevo conto di essere completamente assente per cercare il viso di Bobby in tutte quelle persone che viaggiavano con me.
Il mio cuore e la mia ragione erano ancora in lotta.


domenica 16 ottobre 2011

UN GIORNO PER CASO - 14

Cercai raggiungere l’hotel più in fretta che potevo; questa volta avevo proprio il bisogno fisico di condividere la mia avventura ed i miei sentimenti con qualcuno…non ce la facevo più a tenermi tutto dentro, erano ormai troppe le emozioni che si alternavano dentro di me: sorpresa, paura, amore, passione, amicizia, serenità, incredulità. Avevo deciso di confidarmi e l’unica persona che faceva al caso mio era Francesco. Mi ero sempre fidata di lui e lui di me, non mi aveva mai deluso e di sicuro mi avrebbe riportato con i piedi per terra se ce ne fosse stato il bisogno. Mi sembrava di volteggiare nell’aria ed una persona che mi avesse riportata a terra velocemente sarebbe stato sicuramente meglio che cadere all’improvviso e farsi un gran male…
Correvo quasi per la strada che portava all’albergo, arrivai e finalmente vi entrai. Mi diressi a passo svelto verso l’ascensore, a quell’ora del tardo pomeriggio di sicuro erano tutti nelle rispettive camere a farsi una doccia. Stavo attraversando la hall quando sentii una voce femminile chiamarmi
-Miss Eva? Miss Eva, la prego, un attimo!- mi inseguì la voce
Mi voltai in cerca della donna che mi stava chiamando: era un’impiegata dell’hotel che dal bureau mi faceva cenno di avvicinarmi a lei. Non avevo idea del perché mi cercasse…qualche grattacapo con i documenti forse?
-Eccomi, Allison, mi dica – mi appoggiai con gli avambracci al bancone e lessi la sua targhetta appuntata all’elegante uniforme bordeaux.
-Miss, scusi il disturbo, ma ho un messaggio per lei…lo manda il signor De Niro-  mi avvisò la ragazza dandomi le spalle per prendere un biglietto; mi aveva squadrata in modo strano. Ma che c’era di tanto urgente?
-Chi lo manda?!- chiesi perplessa – ma lei è sicura che sia proprio per me? Forse vi state sbagliando!-
-No, miss, nessun errore: lei è l’unica miss con questo nome in hotel, il mittente del biglietto è il signor De Niro, sono sicura, Bobby De Niro. Anzi, egli si è raccomandato molto che le dicessi che “Trilly avrebbe capito”- Allison scandì bene le parole guardandomi con insistenza dall’alto in basso.
Ebbi un sussulto: – Bobby De Niro eh?- mormorai distrattamente – ma..com’è possibile, così presto…-
Allison m’interruppe e con molta cortesia aggiunse:- Miss, le assicuro che, mister De Niro, oltre ad essere un uomo di bell’aspetto – sorrise la ragazza consapevole ormai – conosce Londra molto bene, scorciatoie comprese…è arrivato qui molto prima di lei ed ha lasciato quel biglietto-  concluse indicandolo con fare allusorio.
-Ok…ho capito benissimo…quindi lei sa….- la guardavo negli occhi sperando che non succedesse nulla
- Sì, non si preoccupi, può contare sulla mia discrezione, non ho nessuna voglia di perdere il mio posto di lavoro, mi creda: anzi, si rivolga pure a me, miss, per qualsiasi cosa.- mi rassicurò Allison.
- La ringrazio, allora, infinitamente – dissi cercando di apparire sorridente, mentre dentro di me già si faceva strada in fretta un altro sentimento grande e rabbioso: la gelosia.
Ancor prima di leggere il messaggio che Bobby mi aveva magicamente fatto recapitare più veloce della luce, il mio cervello andava per i fatti suoi e pensavo: “eccoci, lo sapevo, le avrà allungato una mancia extra oppure le avrà fatto gli occhi dolci…di sicuro la seconda ipotesi, come si fa…basta guardarlo per rimanere ipnotizzati con gli occhi a spirale….” E mi sentivo morire.
Intanto le mani si muovevano,  curiose di vedere il biglietto, lo estrassi dalla busta e lessi:
      
  Cara Trilly, grazie del bel pomeriggio, fatti trovare pronta domattina alle 11 davanti all’hotel.
                   Ciao,
                             Bobby
p.s.: vestiti ti prego, farà freddo al mare!

Improvvisamente mi sentii le gambe molli e le farfalle nella testa, mi pareva di vacillare: mi portai una mano sulla fronte facendo un gran respiro per evitare di svenire nel mezzo della hall. Misi il biglietto in tasca ed a grandi passi mi diressi verso l’ascensore premendo cento mila volte al minuto il tasto della chiamata mentre ballettavo sulle gambe come se mi scappasse forte la pipì.
Arrivata di fronte alla camera del mio amico iniziai a bussare con una certa impazienza.
Una voce flebile mi rispose dall’interno:- Chi è?-
-Franci sono Eva, apri ho urgente bisogno di parlarti…molto urgente, impellentissimo bisogno!!!- risposi sempre più sulle spine.
La porta si aprì di pochissimo e Francesco fece capolino
-Ciao bellezza, adesso non posso proprio…ritorna tra una mezz’oretta ok???!!!-
-Perché? Che stai facendo di tanto importante, dai, fammi entrare: faccio presto, non se parla di rimandare, ne ho bisogno ora, adesso!!- spinsi la porta con uno strattone ed irruppi nella stanza.
Rimasi senza parole.
-Bètta!!!!!- esclamai con stupore – ma, stai nel letto di Francesco!!!! Mezza nuda!!!!- voltai lo sguardo sorpreso verso il mio amico e vidi che anche lui aveva solo i pantaloni addosso..sganciati perlopiù!!
-Oh mio Dio!!! Scusatemi- iniziai a ridere – bellini vu’ siete….poi brontolate che non ci sono mai e che vi annoiate…lo vedo come passate bene il tempo!!! Bravi bravi!!!! –
-Ma che succede di così urgente me lo vuoi spiegare, dannazione?- disse Francesco piuttosto scocciato.
-Ok, io me ne vado- sentti dire a Bètta vedendola scendere dal letto con il lenzuolo addosso e contrariata del mio comportamento.
-Bètta, mi dispiace, non potevo certo immaginare….ma ti prego, non andartene, resta pure…a questo punto, è l’unico modo per farmi perdonare…devo per forza raccontarvi una cosa che ha dell’incredibile, non posso più nasconderla…vi prego…- li supplicai.
Bètta si rimise seduta controvoglia infilandosi un maglione e Francesco si abbottonò i pantaloni e si sedette accanto a lei. Mi guardò e disse:- Allora? Che succede?-
Feci un gran respiro e lanciai la mia borsa sul letto vicino a loro:- Date un’occhiata alla mia borsa- suggerii.
-Che cazzo….ma chi è quello stronzo che te l’ha scarabocchiata così??? Hai subito un’aggressione, stai bene??- Bètta, da buona amica, per la curiosità aveva già dimenticato la mia irruzione – era la tua preferita…-
-Non è scarabocchiata, è un autografo…-  mi fissavano dubbiosi – di…di…di Robert Pattinson!-
Mi guardarono negli occhi entrambi senza muovere un muscolo, poi Franci scosse la testa e disse
-Ci risiamo…Giovanni ti ha fatto bere un goccio di birra di troppo…ora mi sente, lo sa che non reggi l’alcool, vado subito a dirgli due paroline- si alzò ed indossò anche lui una maglia.
-Aspetta Francesco, credo che sia sobria..e che dica la verità- lo fermò Bètta.
-Ho visto la fotocopia dell’autografo del Pattinson che ha casa…quella che le ha relagato la sua amica che è stata a Londra a vederlo….- continuò Bètta esaminando la scritta sulla borsa – e potrei dire che è lo stesso con dedica addirittura…-
Francesco si rimise seduto osservando di nuovo la borsa.
-Racconta tutto!- dissero quasi insieme.